Dalla colombaia ero partito
800 i chilometri mi sono sparato
Al limite delle forze
sono arrivato
un messaggio di festa
dovevo recapitare
ma giunto al fine
mi sono lasciato
immolare
Non è per smuover
pietà che ora vi narro
il triste destino
di avere incontrato
un malandrino,
ma quando guardi, tu
un piccione..
lo so, non assomiglio
al pavone
son goffo, la movenza
è titubante
il mio tu..tu..tu
è irritante,
il capo roteante
però ha i riflessi smeraldini
e le zampette
son due gioiellini
Non perdo mai un colpo
a inquadrar la situazione
potrei fare scuola
a un intero plotone d’esecuzione
Nella guerra non sono stato mai
un reietto, ma il mio volo
era sempre accompagnato
da un soldato innamorato
che la sua preziosa poesia
mi aveva affidato
e io di corsa mi sono
sempre appressato
all’intatta consegna
nelle avide manine
di creature a dir poco
divine
Di cortesia la visita mia
si proponeva
alle sorelle mie, le quaglie
che gli omini s’avventano
a spolpare, ma mi domando
io che ci sarà lì mai
da consumare
tra quattro ossa
ci si incastra la polenta
e il nutrimento
diventa processo solo
di smaltimento
La missione
mi accingevo a compier
mio malgrado
non sapendo che il nemico
minaccioso,
con l’ardir di decantar
gli atti suoi nefasti
erto avea già l’arte sua
barricato in cesti
Guardingo mi avvicinai
alli parenti miei..
ricordo solo
una lirica stonata
c’è Pavarotti qui
che scalpita
dice che gliel’ha
irrimediabilmente
rovinata
Lo sguardo é affranto
quanta è la nostra pena
sono appoggiato
sulla sua spalla
e tra le luci celestiali
s’ode l’incitar...su cantate
“Va pensiero sull’ali dorate”